EL CASTILLO

Era doveroso dedicare a quest’avventura editoriale un vero e proprio diretto e inciso elogio alla potenza della cultura, alla sua elegante virilità quasi fallica per la capacità penetrativa e inseminatrice.
Dotata di forza dirompente può determinare il ribaltarsi degli accadimenti se sostenuta dall’audacia e da una forte fede alle proprie idee, così che anche il più piccolo dei Davide possa sconfiggere il più grosso dei Golia.

Osservando intorno a noi, l’arte contemporanea ci presta spunti riflessivi in merito sostanziando formalmente tale valore concettuale con l’elogio al libro come mezzo di rivoluzione, custode del passato in un presente in trincea per difendere il futuro dei nostri giovani.

Libri d’artista, libri vere opere d’arte, libri come inciampo all’edificazione di qualcosa contrario alla nostra natura, alla nostra storia, libri come ostacolo al formarsi di un’omologazione priva di identità, ma anche libri come traccia incancellabile e testimonianza di definite diversità.

Immagine completa dell’installazione

Così nel 2007 un artista messicano Jorge Méndez Blake espone presso la Biblioteca José Cornejo Franco (Guadalajara) la sua installazione, “El Castillo”, dal nome del romanzo di Kafka utilizzato, divenendo da li a breve opera cult, quasi abusata poi nel dialogo senza confini con il nome di “L’impatto di un libro”.
Un muro costruito con mattoni locali, rovinato nella linea e nella sua stabilità dalla presenza alla base appunto di un libro.

Come una spina in un piede impedisce il perfetto eseguirsi del passo, la dissidenza al niet, così questa piccola custodia della parola rompe l’ostacolo di quella parete platonica lontana dalla luce, resa così fragile da un’apparente semplice faglia di incalcolabile danno, rendendo l’opera di Méndez uno dei simboli moderni dell’andare contro il sistema.

Giovanni D’Onofrio

Nda. Le immagini sono tratte dal sito dell’artista: http://www.mendezblake.com/obra

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